Vogliamo dedicare questo spazio del sito a chiunque abbia conosciuto Federica ed ha voglia di regalarci dei vissuti, scritti, pensieri o qualsiasi altra espressione d’emozione pensando a lei. Comprendiamo che a volte si possa essere gelosi delle proprie intime emozioni, ma fa talmente bene condividere le cose belle che è un peccato non cogliere l’opportunità di donare una dose di felicità ai più. Se proprio si vuole un poco di riservatezza, firmatevi con uno scherzoso pseudonimo… Federica riderà di gusto.

Puoi inviarci i tuoi testi utilizzando l’indirizzo mail info@fondazionefedericapelissero.it dove puoi anche allegare una foto.

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Il potere dellfoto07‘amore

Ci sono persone che con gesti quotidiani, sguardi, sorrisi, silenzi e sofferenza taciuta ed accettata come dono riescono ad abbattere, con un semplice soffio, i muri delle divisioni, a fare evaporare le diversità, a lenire il dolore di chi soffre, a scardinare le porte che chiudono la generosità e la condivisione, a trasformare i deboli in forti, a trasfigurare la nostra esistenza ed a renderci persone nuove.
Questo prodigio diventa un mistero insondabile e, allo stesso tempo, meraviglioso, se i protagonisti sono i bambini.
Dopo averlo vissuto, nulla, proprio nulla, può ricominciare come prima e nessuno potrà più tornare indietro al punto di partenza. Ormai abbiamo visto, e questo basta.
È una forza dirompente, inarrestabile, unica ed illimitata. Non ha bisogno di proclami, né urla, né di correre e neppure di mettersi in prima fila.
È una forza silenziosa, l’unica in grado di cambiare in meglio questo malandato mondo che sta ansimando perché rincorre ogni giorno cose inutili.
È il potere dell’Amore.
Grazie Federica, con tutto il cuore.
Grazie di averci concesso il privilegio di stare qui con noi in questo attimo di eternità.
Un bacio.
Ciao.

Zio Paolo

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foto12Vorrei parlarvi di una persona, anzi di un angelo, che mi ha insegnato molto: ad essere sempre ottimista, a vivere la vita come se ogni giorno fosse l’ultimo ed a non arrendersi mai.
L’angelo di cui vi sto parlando si chiama Federica Pelissero (per gli amici Fedy): una ragazzina sempre allegra, con gambe da fenicottero e guance di porcellana.
Io e Fedy siamo sempre stati grandi amici, mi ricordo che da piccoli giocavamo sempre insieme: a nascondino, a fulmine, alla strega acchiappa colori, ecc…
Rammento che all’asilo ero sempre seduto vicino a lei o accanto ad altri; andando avanti con gli anni Fedy si muoveva un po’ più lentamente del solito e barcollava di qua e di là, come una paperella disorientata, ma questo piccolo difetto non le impediva di giocare con noi.
Verso la quarta elementare cominciò ad usare la sedia a rotelle soprannominata “Fedymobile”, così da qualsiasi parte andavamo (feste, da amici o anche solo a prendere un gelato) la portavamo con noi perché ci scaldava il cuore riaverla nel gruppo, anche solo un sorriso ci rendeva felicissimi.
Verso la quinta elementare si scoprì che Fedy era perfino celiaca, quindi quando la portavamo a prendere il gelato dovevamo fare attenzione, ma ci stupivamo perché non si lamentava e cosa più bella era quella che aveva sempre quel delizioso sorriso, come dice una canzone di De Andrè “Il polline di Dio, di Dio il sorriso”.
Verso la fine della prima media Fedy stava perdendo il dono della voce, questo ci faceva soffrire molto e pensavamo: “Noi ci arrabbiamo perché non abbiamo questo e quello, Fedy no; pretendiamo tutto da tutti, Fedy no; allora concludevamo: chi dovrebbe essere sano? Chi dovrebbe correre, giocare e parlare? Non noi”.
Ed il 7 marzo 2010 un angelo ritornava in Paradiso, mentre la si salutava per l’ultima volta sul suo viso si intravedeva quasi un sorriso … era libera!

Luca Guelfi

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foto08Occhi

Ci sono occhi che sanno vedere oltre la superficie delle cose, sotto la pelle, dentro i cuori; occhi grandi, profondi, completamente aperti. Stare davanti a occhi come questi, sotto questi sguardi, fa vibrare l’anima come il vento tra le foglie. Sono gli occhi dei bambini o gli occhi di chi ci ama, gli occhi di chi ha vissuto una lunga vita ed è riconciliato dentro, aperto ancora ad ogni nuovo giorno eppure pronto a congedarsi, grato, in ogni istante o gli occhi di persone con una intensa vita interiore, ricercatori della verità, amanti della bellezza, commossi dalla bontà.
Ogni volta che sono davanti a te, Federica, mi sento dentro un miracolo che mi strugge e non finisce mai.
Lo so che sei partita. Lo so bene.
Mi morde la nostalgia di un tuo abbraccio, del tuo profumo, di ogni attimo vissuto con te.
Non faccio finta che tutto questo non sia accaduto…
Ma mi basta chiudere gli occhi e rivedo i tuoi occhi, quel sorriso che raggiungeva le tue ciglia e il tuo viso era tutto sorriso. Sento i tuoi occhi che mi guardano dentro senza farmi paura, che scavano senza fare male, che cercano le cose preziose, le parole non dette, le verità più vere.
Li vedo i tuoi occhi di ragazzina capaci di attraversare i cieli, gli occhi chiusi per troppo dolore, capaci di dire tutto, nel silenzio; occhi pieni di commozione per ogni visita, per ogni partenza, occhi attraversati dalla paura e dal coraggio, da domande più grandi di noi… Sono dentro di me i tuoi occhi saggi, che trovano perle di luce anche nei giorni bui, che sanno ciò che è essenziale: esserci adesso, nel momento presente e amare, amare, amare e lasciarsi amare perché ieri è passato e domani non c’è ancora e noi siamo qui; esserci perché Dio è con noi e noi siamo in Lui. Continuo ogni giorno a imparare da te e tu sai quanto vorrei avere occhi come i tuoi, sotto i quali le persone potessero sempre sentirsi speciali, accolte, amate, attese!
Mi esercito, sai.
Ripenso a quello che un giorno ha detto Gesù: “Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite perché a chi è come loro appartiene il regno dei cieli”.
Non lo diceva di sicuro per parlare di bambini che volano presto in cielo. Lo diceva ai discepoli che non volevano lasciarli avvicinare al Maestro: facevano troppo rumore, troppe domande, volevano stargli sulle ginocchia, tenerlo per mano, stare nel suo abbraccio. Conoscevano le sue storie, le sue carezze, i suoi occhi meravigliosi, il suo amore grande come il lago di Tiberiade. Sapevano che quell’uomo era speciale e potevano fidarsi perché sapeva rispondere alle loro domande. Lo vedevano vivere quello che diceva, sentivano la verità e la gioia del suo amore che era per tutti, senza preferenze né gelosie. Lui sapeva i segreti grandi della vita e della morte: per questo correvano da Lui.
I grandi, pensando di fargli un piacere, li tenevano lontani ma si sono presi una vera sgridata e anche un insegnamento: loro, i bambini, hanno capito chi sono. Loro vedono quello che vedo io. Loro credono che la vita è una promessa da compiere. Loro hanno fiducia in chi li ama. Questi sono occhi e cuori che sono già entrati nel Regno, in quel modo nuovo di aprire gli occhi sul mondo e di trovare ovunque qualcosa di bello e qualcuno da amare, di chiuderli e cancellare il male ricevuto.
Quante volte mi hai parlato degli occhi di Gesù! Quante volte ci siamo chieste come sono!
“Solo buoni. Solo grandi e buoni che ti sciogli” mi dicevi. E mi dici.
Ora so che lo vedi con i tuoi occhi e che la tua gioia non ha fine.
Qui io fatico, fatichiamo tutti…
L’esercizio non è facile, senza vederti.
Eppure io, insieme a tutti, desideriamo “Fedy viva”, te viva in noi, il tuo insegnamento vibrante nelle nostre anime, la tua fiducia come nostra compagna.
Aiutaci a trasformare i nostri occhi!
Noi ti guardiamo… Tu guardaci.

Eliana

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foto09Occhi azzurri

Quando mi hai chiesto se ero felice, non ho esitato a dire di sì con quegli occhi azzurri che chiedevano di essere amati.

Quando riguardo la tua foto da bambina, riscopro la vera dolcezza che il mondo ha da offrire.

Pietro

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Per tutti noi la morte di Fedy e’ stata una tragedia; ma quando andavo in casa Pelissero lei era felice, somigliava ad un angelo. Anzi, non sembrava: era e lo e’ ancora. Lei ci ha dato il buon esempio; era ottimista: nonostante il dolore che provava alzava il pollice all’insù e vedeva il bicchiere mezzo pieno.
Volevo dire a tutti che dobbiamo apprendere tutti da ciò che ha fatto Fedy; se pensiamo costantemente a lei e chiudiamo gli occhi vedremo un’ orma bianca vicino a noi e quella sarà Fedy.

piccolo Gerry

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Eri una goccia di rugiada portata dal mattino
non eri fatta per sopportare scosse violente
o per arrancare sulla terra sofferente.

Una gemma che brilla nella notte infinita,
piccola stella lassù
a rendere il volto del cielo così bello
che il mondo si innamorerà della notte.

E quando la neve cadrà lieve lieve
in una pace dorata
il nostro pensiero sarà per te.

Ma nessun luogo è mai troppo lontano
per potersi incontrare
se con la mente e con il cuore
voli con le ali di un gabbiano
perché la vita non ha confini
ma viaggia dentro di noi verso varchi infiniti.

Tiziana

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562313_10202471755378877_1705618369_nRicordo benissimo quel giorno. Ero nella cucina di casa tua piena di luce e ti avevo portato un piccolo mazzo di fiori e tu, con un grande sorriso hai detto: “Mamma, lo portiamo a Siena con noi? Così quando riapro gli occhi vedrò qualcosa di bello!”. Questa eri tu! Capace di trovare il bello in qualsiasi cosa. Ricordo quando uscivi da scuola e scendevi a fatica gli scalini, ma eri sempre sorridente. Ricordo quando ho visto spegnersi quel sorriso sopraffatto dalla sofferenza. Hai detto che, come i girasoli si muovono per seguire il Sole, la nostra anima deve muoversi per seguire Dio e, da allora, ogni volta che vedo un campo di girasoli penso a te e chiudo gli occhi cercando di rivolgere il mio essere verso Dio. Mi hai insegnato a sopportare… perché nella vita bisogna affrontare il dolore e sopportare… e quando penso di non farcela e mi sento depressa o infelice penso a te, a quello che hai affrontato e sopportato tu e, se lo hai fatto tu, io non posso piangermi addosso ma devo reagire! Mi hai insegnato che non si può credere solo a quello che si vede; infatti l’amore, anche se non si vede, è più concreto della realtà che possiamo toccare. Mi hai insegnato a cercare Gesù e continui ad insegnarmi anche se non posso vederti. Prendimi per mano amica mia e portami da Dio.
Ti voglio bene!!!

un’amica